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Ritorno nei villaggi spopolati della Palestina – FOTO

Negli ultimi sei mesi, Ahmad Al-Bazz ha viaggiato per il Paese, documentando ciò che resta delle centinaia di villaggi, paesi e città distrutti durante la Nakba.

Di Ahmad Al-Bazz 15 maggio 2022

Negli ultimi sei mesi, ho dedicato gran parte del mio tempo a girare e documentare gli oltre 500 villaggi palestinesi in tutta la Palestina mandataria che furono spopolati durante la Nakba nel 1948 e successivamente distrutti dallo stato israeliano. Lo scopo era sia educare me stesso che testimoniare la portata della distruzione causata a queste comunità come risultato del progetto coloniale sionista.

È stata una rara opportunità per uno come me, che per la prima volta ha ricevuto un permesso a lungo termine dalle autorità militari israeliane. In quanto palestinese residente in Cisgiordania con una carta d’identità verde, rilasciata congiuntamente dal ministero della Difesa israeliano e dall’Autorità palestinese, in genere mi è consentito viaggiare solo in alcune parti della Cisgiordania, che costituisce il 18% del paese.

Poter essere testimone in prima persona di ciò che noi palestinesi abbiamo letto su tutte le nostre vite è stata un’esperienza emozionante. In quasi tutte le città israeliane all’interno della Linea Verde, o per lo meno accanto ad esse, si trova un villaggio palestinese che è stato cancellato da Israele. Passeggiando per il paese ho visto cimiteri circondati da recinzioni elettriche, moschee utilizzate come stalle per animali, case trasformate in villaggi di artisti e molte altre forme di spossessamento. 

La portata è evidente: siamo una nazione che ha perso quasi la metà dei suoi villaggi a causa della colonizzazione, mentre circa la metà della nostra popolazione è diventata rifugiata. 

Le foto qui sotto non devono essere viste come storie del passato , almeno finché i palestinesi sono costretti a rimanere profughi mentre gli ebrei di tutto il mondo hanno il diritto di stabilirsi sulla loro terra e ricevere la piena cittadinanza israeliana; finché il trasferimento forzato e lo sfollamento minacciano ancora decine di migliaia di quei palestinesi sopravvissuti alle prime fasi della pulizia etnica, dalla Cisgiordania al Naqab a Giaffa e Haifa.

I resti del villaggio agricolo di Byarat Hanun. Sullo sfondo si vede lo stadio della città di Netanya. (Ahmad Al Bazz)

Una casa del villaggio spopolato di Deir al-Qasi nell’Alta Galilea. (Ahmad Al Bazz)

Una chiesa palestinese nel centro della città di Migdal HaEmek in Galilea. (Ahmad Al Bazz)

Un cartello in ebraico “L’accesso è vietato. Violazione a proprio rischio” su una recinzione che circonda il cimitero del villaggio di Bisan, oggi Beit She’an, nella Valle del Giordano. (Ahmad Al Bazz)

I resti del villaggio di Tantura, tra gli edifici del Kibbutz Nachsholim, a sud di Haifa. (Ahmad Al Bazz)

Gli edifici di Tirat HaCarmel si affacciano sul cimitero palestinese del villaggio spopolato di al-Tira, a sud di Haifa. (Ahmad Al Bazz)

Il maqam recintato e la moschea del villaggio spopolato di Sheikh Ibriq, a est di Haifa. (Ahmad Al Bazz)

Un’aula di una scuola elementare nel villaggio spopolato di al-Salihia, nell’alta Galilea. (Ahmad Al Bazz)

Una casa palestinese vuota è visibile nella città spopolata di Ijzim, a sud di Haifa, dove è stato costruito il Kerem Maharal moshav. Alcuni dei residenti israeliani del moshav continuano ancora oggi a vivere in case palestinesi ristrutturate. (Ahmad Al Bazz)

Il maqam appartenente allo spopolato villaggio di Nabi Yusha, nell’alta Galilea. (Ahmad Al Bazz)

Un quartiere palestinese spopolato nel centro di Haifa. Dopo il 1948, il 95% dei residenti palestinesi di Haifa fu espulso o fuggì dalla città: su circa 73.000 palestinesi, solo 3.000 riuscirono a rimanere in città. (Ahmad Al Bazz)

Una chiesa danneggiata nel villaggio spopolato di al-Bassa, a nord. La maggior parte dei suoi residenti sono diventati rifugiati che vivono nei campi in Libano. (Ahmad Al Bazz)

Un’aula appartenente a una scuola elementare nella scuola spopolata di Isdud, vicino alla città israeliana di Ashdod, la maggior parte dei suoi residenti sono rifugiati nella Striscia di Gaza. (Ahmad Al Bazz)

Ciò che resta dello spopolato villaggio palestinese di Dallata. (Ahmad Al Bazz)

Ahmad Al-Bazz è un giornalista e regista di documentari con sede nella città di Nablus, in Cisgiordania. Dal 2012 è membro del collettivo fotografico Activestills.

Traduzione a cura di Alessandra Mecozzi

PalestinaCeL

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