Ihsan al-Nimr
(1905–1985)
Di Saleem Zoughbi This week in Palestine
Mi stavo godendo una deliziosa porzione di knafa Nabulsiya in un piccolo ristorante nel centro storico di Nablus, seduto accanto a un uomo anziano che fumava il suo nargileh in stato di stupore, bevendo di tanto in tanto un sorso di caffè arabo. All’improvviso un ragazzino, giocando con i suoi amici per strada, è stato ammonito da una donna: “Ihsan, Ihsan, non gridare!” Ho sentito il vecchio borbottare sottovoce: “Allah yirhamak, ya Ihsan” (che Dio sia misericordioso, caro Ihsan). Girandomi, gli chiesi perché parlasse di Ihsan come se fosse morto. Mi guardò per un momento, poi annuì e disse: “Il vero Ihsan, Ihsan al-Nimr”.

Ihsan al-Nimr è nato nel 1905 in una famiglia conservatrice di Nablus. Ha ricevuto la sua istruzione primaria a Nablus, è andato a Beirut per la scuola secondaria e si è qualificato per entrare nella facoltà di scienze presso l’Università americana di Beirut (AUB). Difficoltà finanziarie lo costrinsero a tornare in Palestina, ma il suo amore per l’apprendimento lo spinse a costruirsi da solo, studiando opere classiche di storia araba e islamica oltre al Corano. Ihsan maturò e divenne noto come un giovane onesto e sincero, anche se a volte diffidente e timido.
Durante le rivolte di al-Buraq dell’agosto 1929, Ihsan si rese conto di quanto seriamente il sionismo stesse minacciando il futuro del suo popolo e del suo paese. Iniziò a diffondere la consapevolezza dei pericoli dell’immigrazione sionista, aiutato dal mandato britannico. Lavorando con i giovani a Nablus, ha formato e guidato la Youth Conference, organizzando guardie di frontiera e guardie costiere per combattere l’immigrazione illegale di ebrei e tenendo una conferenza a Nablus nel 1931 per protestare contro l’acquiescenza britannica all’acquisizione di armi da parte dei sionisti.
L’impegno di Ihsan fu autentico e sostenne innumerevoli avvenimenti nazionalisti negli anni ’30 e fino alla Nakba nel 1948. Consapevole dei limiti imposti dalla Gran Bretagna alla leadership palestinese, si rese conto che a livello politico nazionale il suo impatto contro il sionismo sarebbe stato limitato. Invece, ha deciso di combinare la resistenza con la promozione dello sviluppo sociale ed economico a livello locale, impegnandosi a Nablus e nei villaggi circostanti. Capì che lo sviluppo sociale era un elemento necessario per rafforzare la forza d’animo, la risoluzione e la resistenza nazionali palestinesi.
Ihsan ha fondato il Partito del progresso arabo palestinese il cui obiettivo principale era proteggere i proprietari terrieri palestinesi affrontando le loro preoccupazioni personali e familiari. Ha inoltre implementato numerose azioni di sviluppo della società, come l’istituzione della Islamic Revival School nel 1932 per educare i bambini che non erano in grado di iscriversi alle scuole pubbliche, l’istituzione della Hadaya Society basata sulla comunità nel 1934 e la fondazione della Hadaya Sports Society per consentire ai giovani per dedicarsi allo sport. Ihsan ha stabilito che il modo migliore per sostenere e migliorare le condizioni di vita dei musulmani era impegnarsi nella riforma della morale attraverso un’azione socio-educativa sul campo. Pertanto, ha fatto una campagna contro il consumo di alcol e il fumo. Ha organizzato il sostegno sociale e finanziario alle famiglie bisognose e alle famiglie delle persone detenute dalle autorità britanniche per la loro resistenza. Sentendo delle preoccupazioni di un povero calzolaio causate dalle precarie condizioni commerciali e dalla mancanza di sostegno delle autorità locali e, in una certa misura, dal basso rispetto sociale dato a questa professione, Ihsan fondò a Nablus l’Associazione Calzaturieri per incoraggiare e sostenerli nell’affrontare le loro preoccupazioni e nel migliorare la loro sorte. È passato a sostenere altri lavoratori e professioni e migliorare i rapporti di lavoro.
Ihsan credeva inoltre che la riforma religiosa fosse la chiave per la riforma e lo sviluppo sociale. Così, ha ricostruito la moschea Nasr a Nablus che era stata distrutta dal terremoto del 1927 e ha guidato diversi sforzi per raccogliere donazioni per aiutare i poveri, sostenendo anche l’invio di donazioni alle famiglie povere di Medina (prima che l’Arabia Saudita avesse entrate petrolifere).
Oltre al suo lavoro politico, sociale e religioso, Ihsan si è impegnato come storico, scrittore e poeta. Ha scritto diversi articoli su politica, storia e altri argomenti che sono stati pubblicati in diversi giornali e riviste palestinesi e arabe. Tra i suoi oltre trenta libri, i più famosi sono i quattro volumi intitolati A History of Mount Nablus e Al-Balqa (in arabo). Avendo composto poesie fin dalla tenera età, ha lasciato diversi manoscritti al momento della sua morte con istruzioni su come pubblicarli.
Ihsan non ha mai smesso di invitare gli arabi a unirsi e guardare verso Oriente. Dopo il 1948, tuttavia, rinunciò alla politica e si dedicò alla ricerca e alla scrittura. Quando Israele occupò Nablus nel 1967, persistette negli sforzi intellettuali e continuò la sua ricerca, concentrandosi sui registri dei tribunali della sharia. Il suo interesse per il patrimonio culturale lo spinse a fondare un museo per ospitare le rare antichità che stava collezionando.
Ihsan è morto silenziosamente nel 1985, molto rispettato dalla generazione che lo conosceva bene. La sua grandezza sta nel fatto che, sebbene privato dell’istruzione, non si è mai fermato. Si è sviluppato come uno storico, un autore, un riformatore sociale, un promotore della morale religiosa ed etica e, soprattutto, un devoto patriota che si prendeva cura di coloro che non erano curati – dagli scolari ai lavoratori poveri, prigionieri delle carceri britanniche, e famiglie povere, anche lontane come l’Arabia Saudita.
Ihsan al-Nimr ha rappresentato la trasformazione del popolo palestinese da semplice cittadino a popolo di rivoluzione, resistenza e maturità, e ha saggiamente tramandato la sua eredità alla generazione successiva.Visualizza PDF
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