
Al-Haq ha pubblicato il 16 novembre il suo rapporto sulla “Città di David”, un insediamento israeliano illegale e sito turistico archeologico situato nel villaggio palestinese di Silwan nella Gerusalemme annessa. Costruita illegalmente su terra palestinese espropriata, la falsa “Città di David” è stata creata dopo gli sgomberi forzati dei palestinesi e la demolizione delle loro case. Usando archeologia fasulla e scavi illegittimi, la “Città di Davide” avanza una falsa narrativa coloniale secondo cui la storia del sito è principalmente, se non solo, ebraica, nel tentativo di cancellare l’antico patrimonio non-ebraico, ma palestinese, musulmano e di altri.
Il rapporto delinea le numerose violazioni del diritto internazionale che l’insediamento perpetua ed esamina come le società private non solo sostengono, ma traggono profitto dagli insediamenti, dall’oppressione e dalla cancellazione del popolo palestinese. Gli allegati al rapporto includono uno scambio di lettere tra Al-Haq e Trip Advisor.
Di seguito sono riportati quattro brevi storie, che descrivono gli elementi principali del rapporto:
Finanziamento e corruzione
La falsa “Città di David” è stata costruita con fondi trasferiti da conti offshore segreti di società di proprietà del magnate del petrolio miliardario Roman Abramovich. È il più grande finanziatore di Elad; un’organizzazione coloniale di insediamento che gestisce il sito illegale della “Città di David”. Abramovich fa anche donazioni significative ad altre cause ebraiche. La vasta ricchezza nascosta degli oligarchi russi offre opportunità per influenzare in modo non democratico la politica; dove poche persone molto ricche stabiliscono e controllano l’agenda politica. Prima che la Russia invadesse l’Ucraina, i politici israeliani hanno scritto all’ambasciatore degli Stati Uniti esortandolo a non aggiungere Abramovich all’elenco delle sanzioni. Mentre altri paesi aggiungevano Abramovich alla loro lista di sanzioni per oligarchi russi con legami con il governo russo e con il presidente Putin, Israele voleva proteggerlo.
Archeologia fasulla e la falsa ‘Città di Davide’
Gli scavi nel sito illegale della “Città di David” nel villaggio palestinese di Silwan perseguono e si concentrano esclusivamente su reperti archeologici ebraici per sostenere l’affermazione che l’area un tempo ospitava la biblica “Città di David”. I reperti rinvenuti nel sito risalgono a molti periodi preistorici e storici, ma il falso sito turistico della “Città di Davide” nasconde deliberatamente il ricco tessuto di edifici del periodo bizantino e islamico scavati. Gli scavi condotti tra il 2014 e il 2015 hanno rivelato importanti scoperte bizantine, tra cui una strada lastricata di lastre di calcare consumate dall’uso. Al di sopra della strada lastricata correva una strada sterrata di epoca islamica con un canale di scolo in pietra scavato intatto. Nel sito è stato scavato anche un hammam (stabilimento di bagni) del XIV secolo. È uno dei più grandi spazi scavati nei Tunnel del Muro Occidentale, una struttura mamelucca eretta dal governatore di Damasco, responsabile di alcuni degli edifici più notevoli del periodo. Nulla informa il visitatore del significato storico di queste scoperte. I visitatori del sito sono indotti a credere che poco altro di interessante sia stato scavato nel sito della “Città di Davide” oltre ai “risultati” del Primo Tempio Ebraico. L’hammam, ad esempio, è stato trasformato in una mostra sulle origini ebraiche. Per i palestinesi, è il diritto di conoscere e comprendere la propria cultura che viene gravemente violato, con la cancellazione permanente di tutti i legami con il contesto storico della Palestina. I visitatori del sito sono indotti a credere che poco altro di interessante sia stato scavato nel sito della “Città di Davide” oltre ai “risultati” del Primo Tempio Ebraico. L’hammam, ad esempio, è stato trasformato in una mostra sulle origini ebraiche.
Distruzione e appropriazione indebita di beni culturali palestinesi
Gli archeologi che lavorano sotto gli auspici di Elad danneggiano irreversibilmente manufatti autentici nel tentativo di rimodellare e riscrivere la storia. Un cimitero musulmano dell’XI secolo è stato smantellato nel sito illegale della “Città di Davide”. Diverse dozzine di scheletri, teschi e frammenti ossei del primo periodo islamico sono stati rimossi senza ispezione, riempiendo 100 scatole che sono state immagazzinate e infine sepolte. La distruzione e l’appropriazione indebita della proprietà culturale palestinese è un segno distintivo dell’impresa coloniale dei coloni israeliani. Vengono impiegati metodi di scavo orizzontali che sono molto più invasivi di altri metodi e danneggiano gli strati archeologici. I residenti delle case indigene palestinesi nelle vicinanze del sito illegale della “Città di David” vedono crepe e fessure nei muri e nei pavimenti delle loro case, e la stabilità degli edifici risente degli scavi sotterranei. Per rafforzare la sua illegale annessione di Gerusalemme, Israele conduce scavi dopo scavi nel sito della “Città di Davide” a scapito della popolazione indigena palestinese i cui diritti civili vengono quotidianamente violati, il che equivale a gravi violazioni del diritto internazionale.
Avidità aziendale e manipolazione della narrativa turistica
Sia le società israeliane che quelle straniere traggono profitto dal sito illegale della “Città di Davide”, dal denaro generato da migliaia di turisti che visitano il sito con la falsa narrazione che un tempo vi sorgeva una città biblica. Le compagnie turistiche che sono direttamente o indirettamente coinvolte nell’impresa illegale degli insediamenti israeliani rischiano di commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Gli scavi nel territorio occupato sono illegali. Israele, in quanto potenza occupante, non ha l’autorità di stanziare terra palestinese confiscata per gli scavi. Gli scavi archeologici illegali della terra palestinese e dei beni culturali della popolazione protetta nel sito illegale della “Città di Davide” devono cessare. Costituiscono annessione illegale, appropriazione di terreni e distruzione di proprietà.
Trovi il rapporto di Al-Haq, “Finding David: Unlawful Settlement Tourism in Jerusalem’s cosiddetto ‘City of David’” qui .
Trovate l’animazione di Al-Haq sulla “Bogus Archaeology” in arabo qui e in inglese qui sotto e qui .
Traduzione a cura di Alessandra Mecozzi
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