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Quando il mondo smetterà di ignorare quel che succede a Gaza?

Se il mondo continua a considerare la nostra situazione “normale”, presto potrà essere troppo tardi per salvare la mia patria e la mia gente.

13 Sett 2020

Explosion illuminates the night sky after Israeli warplanes hit several targets on August 16, 2020 in Khan Yunis, Gaza. [Abed Rahim Khatib/Anadolu]
16 agosto a Khan Younis, Gaza. Una esplosione illumina il cielo notturno dopo che aerei da guerra israeliani hanno colpito alcuni obiettivi [Abed Rahim Khatib/Anadolu]

Per la mia famiglia e per la gente di Gaza, agosto è stato orribile. Israele ha bombardato la Striscia quasi quotidianamente, facendoci sentire nell’ epicentro di un terremoto senza fine. Le esplosioni, a volte ad appena un chilometro da casa nostra, erano così rumorose che mia nipote di due anni non riusciva a dormire la notte. Ogni volta che sentiva un forte scoppio raccoglieva rapidamente i suoi giocattoli intorno a sé, come per proteggerli dalle bombe israeliane.

Il mese scorso è stato davvero orribile, ma non è stato affatto straordinario. I soldati israeliani, gli aerei da guerra, i droni e le cannoniere hanno impaurito, intimidito e ucciso la popolazione di Gaza regolarmente e impunemente per decenni. Gli attacchi di Israele fanno parte della routine quotidiana a Gaza. Per poter sopravvivere e condurre qualcosa che assomigli a una vita normale, noi abitanti di Gaza non abbiamo altra scelta che accettare come normale la violenza che ci viene inflitta.

Crescendo a Gaza, sono sempre vissuto con un senso di emergenza. La mia famiglia era sempre preparata al peggio, perché il peggio poteva bussare alla porta in qualsiasi momento, come è successo durante gli attacchi a Gaza nel 2008, 2009, 2012 e 2014. Da bambino, sapevo che vivere nella paura ogni giorno non era normale. Nel mio cuore, rifiutavo di considerare normali gli orrori quotidiani, perché non volevo perdere il contatto con la mia umanità. Eppure alla fine ho dovuto fare i conti con la situazione in cui sono nato e con ciò che mi circonda.

Ora, mia nipote e migliaia di altri bambini che vivono sotto l’assedio israeliano a Gaza, stanno crescendo con le stesse paure e lo stesso senso di costante emergenza. Mentre cercano di dormire con il rumore delle bombe e proteggono i loro giocattoli dagli orrori che sono appena fuori dalla porta, sono costretti ad accettare come normale una realtà violenta a cui nessun bambino dovrebbe nemmeno assistere.

Negli ultimi anni, c’è stato a mala pena un giorno in cui Israele non ha bombardato, sparato o invaso fisicamente quella che non è solo una delle aree più densamente popolate del pianeta, ma anche un luogo che è stato assediato per più di 13 anni, con pesanti riduzioni degli elementi fondamentali per una normale vita umana.

L’infrastruttura coloniale di Israele controlla il cielo sopra di noi e la terra e il mare intorno a noi, ed è persino in grado di penetrare nei nostri spazi più intimi per mostrarci il suo potere. A Gaza, ovunque guardi, vedi strumenti di oppressione, occupazione e guerra urbana: recinzioni di confine, muri di separazione, camion blindati, aerei da guerra e posti di blocco formano il paesaggio in cui viviamo. Anche quando sei a casa, il ronzio dei droni militari ti ricorda che sei imprigionato e che puoi essere attaccato in qualsiasi momento. 

Credo che Israele faccia uno sforzo cosciente per ricordare costantemente ai palestinesi di Gaza la sua presenza. Rendendo talmente visibile la sua occupazione e così “ovvio” il potere che ha su di noi, ci invia un messaggio: non vi permetteremo mai di essere persone normali e di vivere vite normali.

Per Israele, Gaza non è un luogo che due milioni di uomini, donne e bambini chiamano casa, ma una “entità nemica” – uno spazio alieno i cui abitanti non meritano di essere trattati secondo la dignità umana. La macchina di propaganda israeliana, con l’aiuto dei suoi alleati in tutto il mondo, lavora instancabilmente per disumanizzare il popolo di Gaza, etichettandolo come “estremisti” violenti e insensati e creare la percezione che l’occupazione israeliana sia “umana” e “civilizzata”. 

Ovviamente la realtà è molto diversa. E nonostante gli sforzi di Israele per terrorizzarci fino al silenzio, noi, il popolo di Gaza, non siamo disposti a consentire al nostro occupante di raccontare la nostra storia. Trasformiamo le nostre paure, vulnerabilità e frustrazioni in resistenza e ci rivolgiamo al mondo in ogni modo possibile per far conoscere la nostra tragica realtà, rivendicare i nostri diritti e far vergognare i nostri oppressori.

Come molti abitanti di Gaza che vivono nella Striscia e in tutto il mondo, ho passato una vita a combattere le politiche coloniali di Israele. Sono stato in prima linea nella lotta palestinese per la giustizia e la libertà, prima nel mio campo profughi a Gaza, e poi in Germania. Per i miei sforzi, sono stato minacciato, perseguitato, intimidito e mi hanno persino sparato. Ma non ho mai mollato, perché so che la resistenza è l’unico modo per garantire che ci sia un futuro decolonizzato degno di essere vissuto per me, la mia famiglia e la mia amata Gaza.

Ma, triste a dirsi, il mondo sembra non essere interessato ad ascoltarci. I continui crimini di Israele contro i palestinesi sono stati denunciati, più e più volte, da giornalisti, relatori delle Nazioni Unite, attivisti e dagli stessi palestinesi. Tuttavia, fino ad oggi, la maggior parte dei governi mondiali non fatto nessuna pressione per fermare Israele. Alcuni hanno rilasciato dichiarazioni vuote per “condannare” Israele e “sollecitarlo” a fermare i suoi attacchi contro i palestinesi, ma hanno continuato a fornire a Israele sostegno diplomatico, politico e militare. Altri hanno scelto di rimanere completamente in silenzio e hanno girato la testa da un’altra parte, sulla nostra sofferenza, che è un altro tradimento morale.

Ma la comunità internazionale non può continuare a ignorare la nostra situazione. L’ONU ha dichiarato circa tre anni fa che Gaza diventerà “invivibile” entro il 2020. Da allora, Israele non solo ha rifiutato di intervenire per invertire il rapido sprofondare di Gaza in una terra desolata post-apocalittica, ma ha intensificato i suoi attacchi alla Striscia, ostacolando gli sforzi da parte di attivisti, ONG e gente del posto per mantenere abitabile questa prigione a cielo aperto, ancora un po ‘. Con il nuovo coronavirus che si sta diffondendo nei campi profughi e nelle comunità di Gaza, non ce la facciamo ad aspettare ancora che il mondo riconosca la nostra sofferenza e agisca.

Ogni anno il 15 maggio, i palestinesi ricordano la Nakba, o “catastrofe”, riferendosi alla pulizia etnica della Palestina e alla distruzione quasi totale della società palestinese nel 1948. Da quel tragico giorno, l’obiettivo strategico primario di Israele è stato quello di mantenere i palestinesi in una situazione catastrofica. Ha raggiunto questo obiettivo costruendo un’infrastruttura coloniale per impedirci di sfuggire alla sua violenza strutturale.

Oggi Israele sta cercando di mantenere questo stato di catastrofe attraverso regolari assalti militari, bombardamenti quotidiani e sorveglianza aggressiva. Sta cercando di obbligarci alla sottomissione attaccando brutalmente le proteste pacifiche contro la sua occupazione e il suo insediamento illegale. Sta cercando di zittirci attraverso campagne mediatiche che ci dipingono come “terroristi” e “selvaggi”. Sta cercando di farci dimenticare la nostra umanità e smettere di lottare per il nostro diritto a vivere liberamente e con dignità, limitando il nostro accesso all’elettricità, costringendoci a mangiare cibo immangiabile e bere acqua avvelenata.

Israele ha mantenuto la Palestina in una situazione catastrofica per così tanto tempo che la nostra situazione ora sembra “normale” al mondo. Ma non c’è niente di normale nei continui sforzi di Israele per distruggere le nostre vite collettive e personali.

I palestinesi continueranno senza dubbio a resistere alle politiche coloniali israeliane e costruiranno bellissime narrazioni di resilienza dal basso. Ma non possiamo vincere la nostra lotta legittima, giusta e morale per la libertà, l’uguaglianza e la dignità senza il sostegno della comunità internazionale, come nel caso dell’apartheid in Sudafrica.

Questo è il motivo per cui chiediamo alla comunità internazionale di sanzionare e isolare Israele per i suoi ripetuti crimini contro l’umanità nella Palestina colonizzata. Se il mondo continua a considerare la nostra situazione come “normale” e non agisce, potrebbe presto essere troppo tardi per salvare la mia patria e la mia gente.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamnete la posizione editoriale di Al Jazeera’s


Majed Abusalamaè un giornalista pluripremiato, studioso, attivista e difensore dei diritti umani Palestinese. Dottorando in Geografia umana critica e studi regionali presso l’Università di Tampere (Finlandia). Collabora con i suoi scritti a Jadaliyya, Aljazeera English, MiddleEastEye e altri . È cresciuto nel campo profughi di Jabalia a Gaza e ora vive a Berlino. La sua ricerca si concentra in particolare su vulnerabilità complesse e modi collettivi / individuali di affrontare e vivere con violenza, morte e guerra costanti. È direttore internazionale dell’organizzazione We Are Not Numbers a Gaza.

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