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Ada Lonni

Ada Lonni: Palestina nella penna, negli occhi, nel cuore

Roma, 17/01/2016

Ho conosciuto Ada nel corso dell’a.a. 2009/10 a Torino quando frequentavo- presso la Facoltà di Lingue dell’Università- il Master in “Viaggi Mediterranei” di cui lei era ideatrice e direttrice. All’epoca Ada era già attivissima da anni per la Palestina, sia fuori che dentro l’Università. Si era occupata di vari progetti tra cui Un libro per…, nato nel 2006 con l’obiettivo di costruire una biblioteca di cultura italiana presso l’università di Al-Quds (Gerusalemme Est). Aveva, poi, organizzato scambi tra Italia e Palestina nel corso della precedente edizione del Master e preparato, tra le altre cose, idee di stage e tirocini in Palestina per noi studenti dell’edizione successiva. Uno di questi, che lei riteneva molto interessante, era da svolgersi presso il “Jerusalem Studies Center”, un centro di alta formazione all’interno dell’Università di Al-Quds, che prevede tra le sue attività culturali principali i cosiddetti “Al-Quds Tours”, dei walking tour della Città Vecchia che hanno l’obiettivo di mostrarne l’eredità culturale insegnando a gruppi provenienti dalla comunità internazionale e non solo a leggerne le varie sfaccettature sociali e politiche: cananea, romana, araba, crociata, ottomana ed, infine, israeliana, con le colonie, i muri, le demolizioni e i check-points …

Un altro, invece, era da svolgersi presso la “Rozana Association” di Birzeit, a nord di Ramallah, e prevedeva la collaborazione con questa ONG, fondata da un gruppo di proprietari di case, cortili e attici nel centro storico di Birzeit, al fine di riqualificare e valorizzare il patrimonio architettonico e culturale del centro di questa cittadina ed inserirla in percorsi di turismo rurale in Palestina. Mi piace ricordarlo perché questo stage è stato molto più formativo di qualsiasi altro stage universitario possibile. E lo è stato specie per Marco, Desiré e Lorena, che vi hanno preso parte. Non tanto o non solo per il percorso formativo, ma soprattutto per il preziosissimo ricordo palestinese che ne conservano. Lorena avrebbe molto da raccontare di quei giorni estivi, quando tra la calura e il Ramadan, ha maturato l’idea di scrivere un libro sul ricamo palestinese e per farlo ha cominciato a raccogliere dalle donne idee, informazioni, materiale, storie della tradizione; e ha scoperto così un popolo di una dignità e di una tenerezza commoventi. Avrebbe da raccontarci per esempio di quando, da casa della ragazza che intervistò nel campo profughi di Beit Jibrin, stavano per recarsi in centro dove si trovavano gli oggetti ricamati dalle donne del campo per una ONG giapponese. La ragazza le chiese gentilmente di allontanarsi dalla stanza dov’erano. Lorena uscì e quando lei finalmente la raggiunse, pochi minuti dopo, notò che si era cambiata d’abito, aveva sciolto i capelli e aveva messo un velo di rossetto, anche se avrebbero dovuto fare solo pochissimi passi- il campo profughi non era che un fazzoletto di case fatiscenti! Ada appoggiò da subito l’idea del libro sul ricamo palestinese di Lorena e l’aiutò, in seguito, a cominciare il progetto in Italia.

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Anche Ada, d’altronde, oltre ad essere una preparatissima storica e studiosa delle culture e società mediterranee e un’appassionata e capace docente universitaria era una scrittrice estremamente dotata. “Immigrati”, “Fra muri e check-points”, “Alle radici della colonizzazione: viaggio nella Gerusalemme tardo-ottomana” e “Caffè, Hammam e Caravanserragli” sono solo alcuni dei titoli che ci ha lasciato. Un’eredità bibliografica importante non solo per noi, suoi studenti, ma per chiunque voglia approfondire temi quali la pace, l’identità e le relazioni in area euro-mediterranea, la cooperazione e i diritti, il pellegrinaggio e il viaggio nel mondo mediterraneo e, nello specifico, a Gerusalemme ed in Palestina. Il ciclo di lezioni che tenne per la mia classe di Master portava il titolo di “Scenari mediterranei e realtà regionali: viaggi e pellegrinaggi”. Infatti uno dei documenti letterari che più l’affascinavano e che riteneva importantissimi al fine di trarne notizie ed approfondimenti diretti sulla realtà gerosolimitana (e palestinese) erano i diari di viaggio femminili. Scriveva in “Alle radici della colonizzazione”:

“Se infatti volete un approccio “a caldo” a Gerusalemme, se volete sentirne i profumi, coglierne le sfumature, ascoltarne la voce, e soprattutto se volete conoscere un po’ la gente, farvene un’idea senza rimanere imbrigliati nelle convenzioni, negli atteggiamenti estatici, ispirati, o ancor peggio impregnati di preconcetti coloniali, allora è agli scritti femminili che dovete rivolgervi […] sono più attenti al quotidiano, al complesso mondo dei sentimenti e delle relazioni, e in genere sono curiosi e vivaci, freschi e ricchi all’inverosimile: una miniera di descrizioni scavate, di annotazioni e analisi illuminanti”.

Ne aveva raccolti a centinaia nel corso dei suoi viaggi in Palestina, ma anche dagli archivi delle biblioteche di Parigi, Londra e Beirut. Ada è stata pioniera in Italia di questo genere di storiografia: attenta a reperire, leggere, raccogliere e catalogare tali diari di viaggio, soprattutto “femminili”, a cui pochissimi storici prestavano e prestano attenzione. È anche grazie alle storie di queste “viaggiatrici”- oltre che di altri tipi di viaggiatori: consoli, prelati, pellegrini, scrittori, scienziati, grand-turisti, turisti moderni, coloni, ecc…, di cui ha letto e riletto non solo i diari, ma anche le corrispondenze, i rapporti consolari e altri tipi di scritti- che è riuscita a “ricostruire” un mondo che la sola storia “ufficiale” avrebbe, più o meno volutamente, dimenticato. Poi, non abbandonando mai la sua prospettiva di storica, ci ha regalato durante le sue lezioni, nei suoi libri e, nel 2014, durante gli incontri di “Palestina raccontata”, tutto questo sapere a cui era approdata grazie ad anni e anni di studi e appassionate ricerche.

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Con “Palestina Raccontata” aveva raggiunto, in un certo senso, un altro piccolo “personale” traguardo. Siamo tutti sicuri che le sue intenzioni non erano certo di lasciare che finisse così, con una festicciola finale, come quella, seppur bellissima, che c’è stata l’aprile scorso a Torino a conclusione dei vari incontri. Il progetto “Palestina Raccontata” aveva ed ha certamente un respiro troppo ampio per dirsi concluso con lei. Nato come prima iniziativa della Campagna nazionale “Cultura è Libertà”, è certamente destinato a replicarsi in futuro, o perché no a migliorarsi, e sono sicura che l’Associazione e l’Università di Torino faranno di tutto perché ciò avvenga.

Io, dal canto mio, non posso che conservare di Ada un ricordo bellissimo specie durante il percorso del Master ed in seduta di laurea quando si congratulò per il mio lavoro di tesi. Seduta di laurea che si replicherà la prossima primavera, a marzo, in occasione della fine del mio terzo percorso universitario con una tesi proprio su Palestina Raccontata. Ma lei purtroppo non ci sarà…Mi sono ripromessa comunque di portare con attenzione e amore avanti il lavoro di tesi su Palestina Raccontata anche se lei non c’è più. In fondo, la sua assenza è reale solo in parte. Lei sarà sopra, sotto, dietro, dentro, a capo, in fondo ad ogni pagina che scriverò…

Ada è stata importante e speciale per centinaia di altri studenti come me. Tamara Taher è un’altra studentessa di Ada. Italo-giordana di origine Palestinese tiene un blog che noi seguiamo e consigliamo di seguire (https://absolutusstoryteller.wordpress.com/) in cui condivide articoli e pensieri sulla Palestina. Uno di questi articoli ci parla della Ada che noi studenti sempre ricorderemo, quella che:

“Sedeva sulla cattedra, le gambe sottili accavallate ed incrociate, la figura affusolata, rifiutandosi di usare il microfono nonostante la grandezza dell’aula e la sua voce delicata. Ci invitava piuttosto ad avvicinarci, a sedere in prima fila, per ascoltarla meglio. Ci offriva un cioccolatino. Poi cominciava. Il suo era un racconto lungo centinaia di anni [..] Era una hakawati, una viaggiatrice curiosa e coraggiosa, insaziabile di conoscenza, umana”. Vi invito a leggerlo interamente sul suo blog, s’intitola “Una narratrice” ed il link è questo: https://absolutusstoryteller.wordpress.com/2015/01/29/una-narratrice/

Ada Lonni- Palestina Raccontata

Ada Lonni- Palestina Raccontata

Quest’anno, ad un anno dalla sua scomparsa, vogliamo ricordarla insieme, nella sua amata Università, il 25 gennaio in Via Verdi, 10 Torino (2° piano).

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Vi aspettiamo numerosi 🙂

Antonia Frascione

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