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8 luglio: omaggio a Ghassan Kanafani

(Credits: pinimg)

La causa palestinese non è una causa solo per i palestinesi, ma una causa per ogni rivoluzionario, ovunque si trovi, in quanto causa delle masse sfruttate e oppresse nella nostra epoca” 

Ghassan Kanafani

Ghassan Kanafani è nato ad Akka (Acri), in Palestina, il 9 aprile 1936 e fu costretto all’esilio insieme alla sua famiglia durante la Nakba del 1948, prima in Libano e poi in Siria. Era uno scrittore, giornalista e cofondatore del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Insieme all’iconico poeta palestinese Mahmoud Darwish, Kanafani rimane uno degli scrittori palestinesi più influenti nella letteratura araba moderna. 

Ghassan Kanafani è il più importante rappresentante di quel gruppo di palestinesi che dall’esilio (in arabo ghurba) hanno contribuito a lottare per la causa palestinese tramite le loro opere artistiche. In opere come Lettere da Gaza, La terra degli aranci tristi e Uomini sotto il Sole ha catturato l’orrore dello sfollamento palestinese, dell’oppressione e della vita dei rifugiati, rievocando il doloroso distacco dei palestinesi dalla loro terra natia e le vane speranze di farvi ritorno.

Come scrittore, Kanafani non era solo un rifugiato palestinese che rispondeva alla storia dal suo punto di vista particolare e dava un senso ad essa nei suoi stessi termini concreti, ma aveva anche una prospettiva ideologica a sua disposizione che lo aiutava a penetrare le realtà in specifiche situazioni storiche e politiche. La sua autocritica di alcune pratiche palestinesi negative riflette una sorta di coscienza nazionale e storica che rende i palestinesi – e tutti i popoli colonizzati – in grado di fare qualcosa per il proprio presente e futuro. 

Una conversazione tra “la spada e il collo”

In una famosa intervista d’archivio con il giornalista australiano Richard Carleton, Kanafani rifiuta l’implicazione coloniale secondo cui i palestinesi dovrebbero essere obbligati a rinunciare al senso dei propri diritti, come utile presupposto per la pace. Nella stessa intervista, Kanafani è stato interrogato sulla necessità di colloqui con gli israeliani in tali condizioni; ha respinto tali termini come una conversazione “tra la spada e il collo”.

Kanafani vive!

Sebbene la sua vita possa essere terminata “fisicamente” all’età di 36 anni, l’opera letteraria di Ghassan Kanafani è stata preservata e, poiché è stata resa ampiamente accessibile ai posteri, ha condotto una vita propria dalla sua morte in poi. 

La sua letteratura non si è spenta con l’esplosione della bomba avvenuta proprio in quell’8 luglio del 1972. Gli scritti culturali e politici di Kanafani continuano e continueranno nel corso del tempo a educare e ad essere fonte di ispirazione per le generazioni di palestinesi, arabi e persone di tutto il mondo. 

La prossima notte, quando lo Spettro si presenterà… tu sputagli in faccia e dagli dell’impostore… impostore… impostore…”.

L’assassinio di Kanafani è stato compiuto da agenti statali israeliani del Mossad sperando di indebolire fatalmente la lotta per la liberazione palestinese. Eppure mezzo secolo dopo, l’eredità di Kanafani sopravvive, portando con sè molte lezioni. 

PalestinaCeL

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