“Come lei, continueremo a rispondere all’appello palestinese per una solidarietà effettiva, così come milioni di persone hanno sostenuto la campagna contro l’apartheid in Sudafrica”, afferma il gruppo Artists for Palestine UK

Settanta noti scrittori ed editori tra cui Rachel Kushner, Francisco Goldman ed Eileen Myles hanno firmato una lettera a sostegno della scrittrice irlandese Sally Rooney e al suo rifiuto di far tradurre il suo terzo romanzo in ebraico da un editore israeliano.
La lettera definisce il boicottaggio di Rooney degli editori israeliani “una risposta esemplare alle crescenti ingiustizie inflitte ai palestinesi”.
Rooney ha pubblicato il suo ultimo romanzo, “Beautiful World, Where Are You”, a settembre, ma non ha accettato l’offerta di vendere i diritti di traduzione in ebraico a Modan, l’editore israeliano responsabile della pubblicazione dei suoi primi due romanzi in Israele. Ha detto che si stava rifiutando di fare ulteriori affari con Modan per sostenere il movimento Boicottaggio, sanzioni e disinvestimento, un’iniziativa palestinese contro il dominio israeliano.
In risposta, i più grandi librai israeliani hanno deciso di rimuovere i primi romanzi di Rooney dai loro scaffali. I due libri, che erano popolari in Israele, non saranno più disponibili nei 200 punti vendita delle catene di librerie Steimatzky e Tzomet Sefarim né sui siti web delle catene.
Il 22 novembre, un gruppo di solidarietà con i palestinesi chiamato Artists for Palestine UK ha annunciato di aver organizzato una lettera di sostegno a Rooney con un elenco di firmatari dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna.
“Come lei, continueremo a rispondere all’appello palestinese per un’effettiva solidarietà, così come milioni di persone hanno sostenuto la campagna contro l’apartheid in Sud Africa”, afferma la lettera. “Continueremo a sostenere la lotta nonviolenta palestinese per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza”.
Nel difendere Rooney, la lettera affermava che Modan commercializza testi pubblicati dal Ministero della Difesa israeliano e citava un rapporto di Human Rights Watch di aprile secondo cui Israele è colpevole di aver istituito un regime di “apartheid”.
Traduzione a cura della redazione
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