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Abu Dan e la sua lotta alla povertà: coltivare piante sul tetto di casa

Sul tetto di casa sua, nel campo profughi di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, Tayseer Abu Dan sta lavorando duramente per trasformare questo tetto in una verde oasi piena di piante e piantine.

Abu Dan, 65 anni, la mattina presto raggiunge il tetto di casa sua, fatto in amianto, con una scala di legno. È lì che Abu Dan si dedica al suo hobby preferito: coltivare piantine e piantare raccolti. Questo hobby, nel tempo, è diventato una professione a tutti gli effetti, che gli permette di guadagnarsi da vivere per contrastare le povere condizioni in cui lui e altri palestinesi sono costretti a vivere a causa del blocco israeliano imposto alla Striscia di Gaza per quasi 14 anni.

Abu Dan usa il tetto di casa sua, che è coperto di amianto, per coltivare varie piantine stagionali. La superficie del tetto è di quasi 120 mq.

Coltiva diverse varietà di colture. Queste forniscono profitti minori che tuttavia gli consentono di sostenere la sua famiglia di oltre 15 persone.

L’agricoltore Abu Dan coltiva svariate colture come: ravanelli, fagioli, cavolfiori, pomodori, patate, melanzane, aglio, prezzemolo, cavoli, cipolle, piselli, angurie, melone, peperoncino e peperoni dolci.

Racconta che, sin dall’età di 13 anni, ha iniziato a darsi da fare nel settore agricolo grazie agli insegnamenti della madre vedova. Sua madre coltivava piante per guadagnarsi da vivere per i suoi figli.

Abu Dan ha iniziato a piantare piantine e alberi ornamentali nel 2005, ma li ha presto sostituiti con vari tipi di ortaggi, dal momento che questi ultimi danno un vantaggio materiale maggiore, per non parlare del risparmio in termini di tempo e fatica.

Sottolinea inoltre che non usa prodotti chimici durante la semina, quanto piuttosto si affida a materiali organici sani e assolutamente innocui.

Il contadino ha spiegato il motivo per cui sta coltivando sul tetto di casa sua: Abu Dan non ha terra. Le ormai limitate scelte di sostentamento nella Striscia di Gaza gli hanno fatto trasformare il tetto di casa in un’azienda agricola, nonostante i pericoli che questo lavoro può comportare.

“Durante l’anno, coltivo in due stagioni: in inverno e in estate. Mangiamo alcuni di questi prodotti mentre il resto lo vendiamo”, ha aggiunto. 

Articolo tratto da The Palestinian Information Center

PalestinaCeL

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