Ramzy Baroud | Nov 7, 2018 nella foto Khalida Jarrar, parlamentare palestinese, con il deputato Arabo-Israeliano della Knesset Ayman Odeh dopo il rilascio dalla prigione Israeliana 3 giugno, 2016. (Zher333/CC BY-SA 4.0)
Israele ha imprigionato Khalida Jarrar perché la sua intelligenza e il suo rispetto per il diritto internazionale minacciano il regime di occupazione
Quando le truppe israeliane hanno preso d’assalto la casa della parlamentare e avvocata palestinese Khalida Jarrar il 2 aprile 2015, lei era assorbita dalla sua ricerca. Per mesi, Jarrar aveva guidato un impegnativo lavoro palestinese per portare Israele davanti alla Corte penale internazionale (CPI). La sua ricerca quella sera stessa era direttamente legata al tipo di comportamento che consente a un gruppo di soldati di ammanettare un’ intellettuale palestinese rispettata, gettandola in prigione senza processo e senza dover rispondere della loro azione.
Jarrar è stata rilasciata nel giugno 2016 dopo aver trascorso più di un anno in prigione, solo per essere nuovamente arrestata il 2 luglio 2017. Sempre in una prigione israeliana. Il 28 ottobre di quest’anno, la sua “detenzione amministrativa” è stata rinnovata per la quarta volta.
Ci sono migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, la maggior parte dei quali detenuti fuori dai Territori palestinesi occupati militarmente, in violazione della Quarta Convenzione di Ginevra.
Tuttavia, quasi 500 palestinesi rientrano in una categoria diversa, poiché sono detenuti senza processo, per periodi di sei mesi che vengono rinnovati, a volte indefinitamente, dai tribunali militari israeliani senza alcuna giustificazione legale.
Jarrar è una di quei detenuti. Jarrar non implora dai suoi carcerieri la libertà. Al contrario, si tiene occupata istruendo le sue compagne di prigionia sul diritto internazionale, offrendo lezioni e rilasciando dichiarazioni al mondo esterno che riflettono non solo una intelligenza raffinata, ma anche determinazione e forza di carattere.
Jarrar è inflessibile. Nonostante la sua salute cagionevole – soffre di infarti ischemici multipli, ipercolesterolemia ed è stata ricoverata in ospedale a causa di gravi emorragie dovute a epistassi – l’ impegno per la causa della sua gente non si è in alcun modo indebolito né ha vacillato. L’avvocata palestinese di 55 anni esprime un ragionamento politico in gran parte assente nella faida in corso tra la maggior fazione dell’Autorità Palestinese, Fatah, nella Cisgiordania occupata e Hamas nella Gaza sotto assedio.
In qualità di membro del Consiglio legislativo palestinese (PLC) e membro attivo del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP), Jarrar ha praticato quel tipo di politica non disconnesso dal popolo e, in particolare, dalle donne che lei rappresenta con forza e senza compromessi.
Secondo Jarrar, nessun funzionario palestinese dovrebbe impegnarsi in alcuna forma di dialogo con Israele, perché tale impegno contribuisce a legittimare uno stato fondato sul genocidio e sulla pulizia etnica, che attualmente compie vari tipi di crimini di guerra; gli stessi crimini che Jarrar ha cercato di esporre davanti alla Corte penale internazionale.
Come ci si può aspettare, Jarrar rifiuta il cosiddetto “processo di pace”, un esercizio futile che non ha nessun intento o meccanismo mirato a “attuare risoluzioni internazionali relative alla causa palestinese e riconoscere i diritti fondamentali dei palestinesi”. Inutile dire che una donna così sagace e forte rifiuta con veemenza il “coordinamento della sicurezza” tra l’Autorità Palestinese e Israele, vedendo tale azione come un tradimento della lotta e dei sacrifici del popolo palestinese.
Mentre i funzionari dell’AP continuano a godere dei vantaggi della “leadership”, cercando disperatamente di sopravvivere con un discorso politico morto, il “processo di pace” e la “soluzione a due stati”, Jarrar, una dirigente politica palestinese con una visione vera, sopravvive nella prigione di HaSharon. Lì, insieme a decine di donne palestinesi, sperimenta l’umiliazione quotidiana, la negazione dei diritti e vari metodi israeliani per spezzare la sua volontà.
Ma Jarrar sa bene come resistere a Israele tanto quanto conosce il diritto e i diritti umani. Nell’agosto 2014, mentre Israele stava compiendo uno dei suoi più atroci atti di genocidio a Gaza – uccidendo e ferendo migliaia di persone nella cosiddetta guerra “margine protettivo” – Jarrar ha ricevuto una visita sgradita da parte dei soldati israeliani.
Pienamente consapevole del lavoro e della credibilità di Jarrar come avvocato palestinese con un raggio d’azione internazionale – è la rappresentante della Palestina nel Consiglio d’Europa – il governo israeliano ha scatenato la sua campagna di molestie, che si è conclusa con la prigionia. I soldati hanno emesso un ordine militare che le imponeva di lasciare la sua casa ad al-Bireh, vicino a Ramallah, per Gerico.
Non riuscendo a metterla a tacere, è stata arrestata nell’aprile dell’anno successivo, dando inizio a una vicenda di sofferenza, ma anche di resistenza, che deve ancora avere termine.
Quando l’esercito israeliano arrivò per Jarrar, circondarono la sua casa con un numero enorme di soldati, come se l’attivista palestinese che parla bene fosse la più grande “minaccia alla sicurezza ” di Israele. La scena era piuttosto surreale e esprimeva la vera paura di Israele, quella di Palestinesi, come Khalida Jarrar, che sono in grado di comunicare un messaggio ben costruito che mette Israele di fronte al mondo.
Ricordava la frase che apre il romanzo di Franz Kafka, Il processo: “Qualcuno deve aver mosso una falsa accusa contro Joseph K., perché è stato arrestato una mattina senza aver fatto nulla di male”.
La detenzione amministrativa in Israele è la ripetizione di quella scena kafkiana di continuo. Joseph K. è Khalida Jarrar e migliaia di altri palestinesi, che pagano un prezzo semplicemente per chiedere i diritti e la libertà del proprio popolo.
Sotto la pressione internazionale, Israele è stata costretta a processare Jarrar, sotto dodici accuse compresa la visita a un prigioniero rilasciato e la partecipazione a una fiera del libro. Il suo altro arresto, e i quattro rinnovi della sua detenzione, sono una testimonianza non solo della mancanza di prove reali da parte di Israele contro Jarrar, ma anche del suo fallimento morale.
Ma perché Israele ha paura di Khalida Jarrar?
La verità è che Jarrar, come molte altre donne palestinesi, rappresenta l’antidoto alla narrativa israeliana fabbricata, che incessantemente promuove Israele come oasi di libertà, democrazia e diritti umani, giustapposta a una società palestinese che presumibilmente rappresenta l’opposto di Israele. Jarrar, avvocato, attivista per i diritti umani, eminente politica e sostenitrice delle donne, demolisce, nella sua eloquenza, coraggio e profonda comprensione dei suoi diritti e dei diritti del suo popolo, questa casa di bugie israeliana.
Jarrar è la femminista per eccellenza; il suo femminismo, tuttavia, non è mera politica dell’identità, un’ideologia di superficie, che evoca diritti vuoti destinati a catturare un accordo con il pubblico occidentale.
Khalida Jarrar combatte per le donne palestinesi, per la loro libertà e per i loro diritti di ricevere un’istruzione adeguata, per una opportunità di lavoro e per migliorare le loro vite, mentre deve far fronte a enormi ostacoli dell’ occupazione militare, prigionia e pressione sociale.
Khalida in arabo significa “immortale”, una definizione appropriata per una vera combattente che rappresenta l’eredità di generazioni di forti donne palestinesi, il cui “sumoud” – determinazione – ispirerà sempre un’intera nazione.
L’autore

Ramzy Baroud è un giornalista e il redattore di The Palestine Chronicle. E’ autore di cinque libri. Il suo ultimo è These Chains Will Be Broken: Palestinian Stories of Struggle and Defiance in Israeli Prisons (Clarity Press). Dr. Baroud è un ricercatore senior non residente, presso il Center for Islam and Global Affairs (CIGA), Zaim University. Il suo sito www.ramzybaroud.net.
Traduzione a cura di Alessandra Mecozzi da: https://www.foreignpolicyjournal.com/2018/11/07/why-is-israel-afraid-of-khalida-jarrar/
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